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MORÌ IN VIA DEL NUGOLAIO DOPO LA CONDANNA L’AUTOMOBILISTA FA APPELLO

Marina Pieragnoli aveva 47 anni. In aula la battaglia tra consulenti. La difesa: “Non fu l’imputato a invadere la corsia. Non è emersa la prova”. .

 

Uno scontro frontale e la morte di una donna, il processo e la condanna. Ora la difesa ha presentato appello. Marina Pieragnoli, 47 anni, perse la vita in via del Nugolaio, a Cascina. La mamma e cuoca dell’azienda Sodexo fu soccorsa: intervennero i vigili del fuoco e i sanitari ma per lei non ci fu niente da fare. Era febbraio del 2019. Per quel fatto, il sostituto procuratore Giancarlo Dominijanni aveva chiesto il rinvio a giudizio per omicidio stradale per l’uomo che si trovava al volante dell’altra vettura, un ex carabiniere in servizio a Livorno, Antonio Tallarico. Secondo l’accusa, teoria alla quale la giudice Susanna Messina ha dato evidentemente credito, l’automobilista invase la corsia opposta. Da qui la responsabilità penale, omicidio stradale, dell’imputato e la sua condanna a un anno e quattro mesi, pena sospesa e la non menzione nel casellario. Sono uscite da poco le motivazioni del verdetto che sviscera quel fatto citando le consulenze e ribadendo la responsabilità dell’uomo.

Una versione contestata dalla difesa. Esclusa, fin da subito, invece, grazie ai rilievi delle forze dell’ordine e a controlli specifici, la guida in stato di alterazione.

“Si tratta di una vicenda molto complessa, un sinistro stradale mortale su una strada di campagna senza testimoni, che ha aperto un processo nei confronti dell’unico superstite, il nostro assistito imputato di omicidio stradale. Il processo di primo grado, che si è svolto dinanzi al Tribunale di Pisa, ha visto il duro confronto tra i consulenti, del pubblico ministero e della difesa, in quanto l’accusa nei confronti dell’imputato era sorretta soltanto dalle deduzioni del consulente del pm”, dichiarano gli avvocati Fabio Generini e Francesco Stefani del Foro di Firenze. “Le motivazioni della sentenza impongono un giudizio di appello, in quanto siamo assolutamente convinti che al processo non sia emersa con certezza la prova della responsabilità del nostro assistito nell’invasione di corsia, aldilà del ragionevole dubbio. Quello che possiamo affermare con sicurezza è che davanti ad un’accusa così grave di omicidio stradale, il nostro assistito non avrà alcuna conseguenza nella propria vita, non andrà in carcere e avrà il casellario esente da iscrizioni, in quanto in accoglimento anche delle richieste della difesa, il Tribunale ha irrogato una pena molto bassa, concedendo la sospensione condizionale e la non menzione del casellario, a riprova ed a sostegno del fatto dell’estraneità di quest’ultimo rispetto al fatto. Siamo convinti che nel giudizio di appello ci sarà una riforma della sentenza”.

Studio Legale Avv. Francesco Stefani

 

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